Mia madre da bambina mi diceva che le coccinelle portano fortuna, così le ho sempre amate. Spesso le incontravamo, apparentemente per caso, passeggiando in campagna. Lei era molto attenta quando andavamo in giro, così ho imparato da lei a guardarmi intorno se voglio accorgermi delle cose. Quando la prendevamo in mano, mia madre mi dava indicazioni su come essere delicata, non stringerla, tenerla sul palmo della mano. Mi piaceva vederla camminare su e giù e quando volava via ci lasciava emozionate e divertite. A casa avevamo anche un magnete a forma di coccinella, io e mio fratello ci divertivamo a spostarlo e ad attaccarlo nei luoghi più impensati di casa. Così ogni tanto qualcuno della famiglia lo vedeva e si lasciava sorprendere da un sorriso. Sono abituata a lasciarmi sorprendere dalla fortuna: quella, alimentata, coltivata, pazientemente attesa, l’ εὐτυχία, la buona fortuna, la prosperità. Ogni volta che conduco un gruppo, che sia di Psicodramma o di Mindfulness mi preparo a quello che accadrà, permettendomi di rinunciare alle aspettative, forse i partecipanti troveranno qualcosa che stavano cercando, forse no, io devo solo predisporre il terreno ed essere delicata, tenendo aperto il palmo della mia mano. Domenica ho condotto la giornata silenziosa dell’Mbsr e il gruppo ha trovato la sua coccinella! Si è guardato intorno, ha attraversato con coraggio la difficoltà, l’incertezza, l’ignoto, per poi trovare la gentilezza proprio dove nessuno la cercava, lasciarla passeggiare e vederla volare libera.